il Torrazzo

il Torrazzo del comune di Castelleone

Torrazzo Prospettiva 6

Descrizione

Corpo

La costruzione, in mattoni a vista, della Torre Isso, detta " Il Torrazzo", risale all'antica Castelleone, allora Castel Manfredi, quando aveva la funzione di fortificazione e di vedetta sui Castelli vicini.
Alcune ipotesi fanno risalire la sua concezione al 29 a.c., altri la datano al 950.
Il torrazzo é un residuo della distruzione del Barbarossa, che ha dato il via alla ricostruzione del nuovo Castello.
Alto 47m., a base quadrangolare, ha i muri dello spessore di m.1,75, presenta varie feritoie e un accesso laterale. Probabilmente era collegato come fortezza, alle mura del Borgo Isso, delle quali non rimangono che pochi resti, incorporati in altri edifici, ma che hanno conservato il ricordo del tracciato delle strade che oggi circondano l'antico centro. Secondo alcune ipotesi le difese di Castelleone sarebbero state potenziate da Cabrino Fondulo agli inizi del '400. Oggi é conservato con intelligenza, dopo che vi é stato ospitato l'acquedotto civico.

A dare un profilo tutto particolare a Castelleone fu sempre in ogni epoca la Torre Isso, comunemente chiamata ‘Torrazzo’. Castelleone, quando era un’inespugnabile fortezza medioevale e poi marchesato indipendente, aveva a guardia delle sue due porte d’entrata, quella d’Isso e quella di Serio, due torri. Oggi ne è rimasta solo una a testimoniare le antiche glorie patrie. La Torre Isso fu sempre in ogni epoca l’aspetto dominante nella memoria nostra come testimonianza di quella che fu una delle fortezze più agguerrite del cremonese.

Non si conosce l’anno della sua costruzione, ma la storia ricorda i nomi: Leona, Comune, d’Isso (o Lisso) ed esisteva forse prima della costruzione di Castel Manfredi. È alta 47 metri, quadrata, con i lati di base di 10 metri ciascuno e con lo spessore dei muri di 1,75 metri. Cremona pensò di far edificare per sua difesa una fortificazione nel territorio di Brixianorum e sorse così un Castello, opera portata a termine nel 1183 da Manfredo Fanti podestà di Cremona, che lo chiamò Castel Manfredi. Quando questo venne distrutto da Federico Barbarossa nel 1186, ne sorse un altro voluto dal vescovo Siccardo di Cremona che lo chiamò Castel Leone ed ebbe uno stemma proprio, che raffigurava un castello con tre torri portato sul dorso di un leone, con ai lati l’effigie dei due Santi protettori Filippo e Giacomo e con la scritta “Horum tutela tutus”. Durante la distruzione del 1186 la torre venne risparmiata per l’intervento di Alberto Trusso, ch’era stato governatore di Castel Manfredi e discendendo da Colonia era amico del Barbarossa.

Un fatto doloroso ed agghiacciante è legato a questa torre: il 25 aprile 1311 vennero rinchiusi un centinaio di cremonesi i quali si erano presentati per implorare dall’imperatore Enrico VII pietà per la città di Cremona. Questi non abbandonarono la città, come fecero invece i guelfi, credendo di muovere a pietà il cuore dell’imperatore stesso che, al contrario, al posto di concedere clemenza fece legare i supplicanti in numero di circa duecento e ne fece inviare metà a Paderno e metà a Castelleone. Qui vennero rinchiusi nella torre e durante le notte massacrati. A parte questa vicenda tragica la Torre servì negli anni ad emblema di potenti e di vittorie politiche. Nel 1295 vide sventolare tra i suoi merli a coda di rondine lo stendardo con la famosa biscia dei Visconti; nel 1420 l’avventuriero Cabrino Fondulo dopo aver ceduto la città di Cremona ai Visconti, si ritirò a Castelleone quale signore assoluto e fece sventolare sul Torrazzo il suo stendardo gialloazzurro col leone rampante e la spada; anche il vessillo di S. Marco, come lo stendardo gigliato del re di Francia Luigi XII ed altri emblemi furono portati sulla storica torre portatori di speranze sempre deluse. Nel 1787 ci fu una ricognizione di tecnici che esaminarono la possibilità di collocare delle campane sulla torre ma il progetto venne abbandonato per l’elevato costo finanziario.

Durante il periodo napoleonico sventolò il tricolore dell’impero, altra delusione che venne sostituita con l’occupazione austriaca che fece issare il suo stendardo giallo-nero. Fu durante i moti milanesi del 18-22 marzo 1848, mentre infieriva la rivoluzione in Milano per la liberazione dalla dominazione austriaca, che un coraggioso castelleonese, Carlo Borsieri, sfidando le difficoltà che esistevano all’interno della torre, riuscì a portare in cima la bandiera tricolore della Libertà . Allora purtroppo vi rimase poco tempo, ma vi ritornò sempre per volontà dello stesso Borsieri, nel giugno del 1859, in segno di giubilo per l’ottenuta libertà della Lombardia. In una notte dell’agosto 1845, durante un tremendo temporale, un fulmine colpì la sommità della torre e ne sgretolò la parete esterna verso Piazza Isso, danno tuttora visibile. Al Torrazzo sorsero tutt’intorno delle case con alcuni negozi ed un’osteria, case che furono definitivamente abbattute nel 1919.

La prima bandiera politica che fece la sua apparizione sulla torre fu un’ampia bandiera bianca issata nel 1913 in occasione delle elezione politiche del 26 ottobre in seguito alla vittoria del sindacalista cristiano Guido Miglioli. Durante l’ultimo conflitto venne istituito sulla sommità un posto di avvistamento per aerei. Alla fine della II guerra mondiale vennero issate le quattro bandiere delle nazioni alleate: America, Inghilterra, Francia e Russia unitamente a quella italiana.

Nel dopoguerra per rendere la torre più decorosa, l’amministrazione comunale fece sistemare il basamento esterno e lo rivestì, per un’altezza di oltre un metro, con “beole” marmoree che furono donate dal Comune di Soresina che le aveva tolte dalla via principale. Dal 1948 la Torre ha custodito tra le sue mura il serbatoio dell’acqua potabile ad un’altezza di circa 25 metri, oltre a tutte le apparecchiature elettriche ed idrauliche; dal 1997 però con la realizzazione di un nuovo serbatoio interrato ubicato in via Mazzini, gli impianti all’interno del Torrazzo sono stati definitivamente dismessi; ciò ha permesso di riportare almeno in parte la struttura allo stato primitivo.

Merita una breve segnalazione la mostra “Da Castelleone al territorio” realizzata, grazie all’amministrazione comunale, all’interno del Torrazzo dal 9 ottobre al 13 novembre 2005 sul territorio castelleonese e sulla sua metamorfosi nel corso dei secoli, con la presentazione anchedi documenti e disegni, conservati per la maggior parte nell’Archivio Storico Comunale e presso l’Archivio di Stato di Cremona, riprodotti anche nel volume pubblicato in occasione della mostra stessa. Ciò ha consentito in primis di riaprire al pubblico il Torrazzo e di dare un primo input alla riscoperta, al recupero ed alla valorizzazione del nostro territorio ed anche al nostro maggior simbolo castelleonese.

Galleria immagini


Modalità accesso

accesso disabili non presente


Indirizzo

piazza Borgo Isso — 26012 Castelleone , CR


CAP

26012



Ultimo aggiornamento

13/05/2024, 11:50
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